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#consiglieducativi: come gestire le emozioni negative dei bambini?

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Spesso, i genitori o gli insegnanti quando si relazionano con un bambino, non sono del tutto consapevoli del suo mondo emotivo interiore, non riconoscendo che oltre ad una educazione cognitiva è di primaria importanza anche un'educazione emotiva. Metodologie educative come l'allenamento emotivo (Gottman,1997) e l'alfabetizzazione emotiva (Kindlon, Thompson,2000) favoriscono questo, ovvero il riconoscimento e la gestione positiva del mondo emotivo. Passando oltre ai tecnicismi, spesso e volentieri per quanto riguarda le emozioni (che spesso consideriamo negative come la rabbia e la tristezza) in realtà non vanno represse ma espresse nel modo giusto, ad esempio in attività costruttive. Pertanto, aiutare il bambino a comprendere e gestire consapevolmente le proprie emozioni è compito dell'educatore, che può aiutarsi con attività che mirino allo sviluppo di queste competenze emotive. Di seguito sono elencati tre punti d'intervento che possiamo mettere in pratica in tutte le occasioni.

1. Aiutare il bambino a sentirsi sicuro ascoltandolo e non giudicandolo per ciò che sta provando. Sembra ovvio, ma molti bambini, ad esempio in famiglia, non si sentono davvero liberi di potersi esprimere. Spesso e volentieri i genitori anche inconsapevolmente tendono a reprimere le emozioni negative dei bambini distraendoli o peggio facendoli sentire in colpa, perchè "dovrebbero essere felici a tutti i costi". 

2. Allenare il bambino a comprendere le proprie emozioni. E' importante che i bambini si rendono conto e riescano a dare un nome alle emozioni che stanno provando in un determinato momento. Sono utili strumenti come il disegno, ad esempio proponendo attività in cui il bambino dovrà disegnare una situazione in cui si sente triste e una in cui si sente arrabbiato: molti bambini non comprendono il confine netto tra la rabbia e la tristezza e queste attività sono importanti per aiutarli a collocare l'emozione con stato d'animo che provano in quel momento, dandogli un nome preciso.

3. Saper gestire le proprie emozioni in modo costruttivo. Secondo la psico-pedagogia contemporanea,  pensieri ritenuti catastrofici e irrazionali sarebbero alla base delle nostre reazioni emotive irrazionali (ad esempio, scenate al supermercato per questo o quel giocattolo, crisi isteriche se non si ottiene ciò che si vuole e molti altri episodi di questo tipo). Come intervenire dunque? E' molto importante quindi che per insegnare ai bambini ad abbandonare pensieri catastrofizzanti dobbiamo essere i primi, in veste di educatori a farlo, poichè ricordiamoci che i bambini come affermò la buona Maria Montessori sono come "spugne" e assorbono i nostri comportamenti più che le nostre parole. E' essenziale utilizzare le tecniche dell'educazione razionale-emotiva (Mario di Pietro,1992) che prevedono esercizi per "pensare in maniera differente" e quindi a non utilizzare i nostri pensieri irrazionali ma sostituirli con pensieri più razionali. Ad esempio: "E' orribile tutto questo!" dovrà essere sostituito con "Sì, non è il massimo che poteva succedere, ma sicuramente sopravvivrò". Allenando i bambini a questo modus operandi, con esercizio e impegno, le cose saranno più facili ( a patto che noi educatori siamo i primi a seguire questa tipologia di ragionamento!)

Se volete altri approfondimenti su questo metodo educativo, vi consiglio di acquistare il libro l'educazione razionale emotiva (Mario di Pietro,1992) in cui vi sono elencate varie attività ludico-pratiche per raggiungere questo scopo.

 A presto con nuovi #consgilieducativi !


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